Eugenio Liotta
Questo racconto è tratto da Settenotti: Anniverse. In questo racconto ho voluto esplorare un po’ il mondo gotico, il fascino per lo spettrale e quel gusto introspettivo.
Ad ogni costo
Oggi sono passati esattamente sette anni da quando tu, mio amato fratello, ci hai lasciati. Non passa giorno che io non senta la tua mancanza. Questa è la sera. Ho seguito alla lettera il rito della nostra famiglia che non osiamo fare, ho raccolto le erbe e disposto le candele. Mancano pochi minuti alla mezzanotte, l’ora esatta della tua dipartita. Eccomi qui, accanto al ceppo con indosso la nostra collana.
Una foschia argentea avvolge tutto. Ora vedo il tuo volto, proprio come ti ricordavo. Mi sento travolgere dall’emozione. Finalmente posso parlarti ancora, anche se per poco tempo.
Cosa vorrei dirti? Forse chiederti se stai bene, se hai trovato pace, cosa proverò tra poco. Oppure dirti quanto abbiamo sofferto da quando non ci sei più. O semplicemente parlarti della mia vita, di cosa è cambiato in questi sette anni. Ma ora che ti vedo, nessuna parola sembra adatta. Vorrei solo guardarti ancora, fratello mio. Sentire ancora il legame che ci unisce.
Le lacrime rigano il mio volto. Vorrei tanto riaverti accanto a me, anche per pochi istanti. Sto già pagando il prezzo di rivederti ma dovevo almeno un’altra volta nella mia vita. Devo lasciarti andare definitivamente.
Il tuo ectoplasma si dissolve lentamente nell’aria. Io cado in ginocchio, sopraffatta dal dolore. Il mio cuore non regge a questo addio straziante. Mentre la tua immagine svanisce per sempre, il mondo intorno a me si fa buio, sapevo sarebbe successo, mi sono preparata sette anni per questo giorno molto speciale. Ora osservo il mondo senza potermi muovere, senza energie ma ancora cosciente, piena di gioia per essere riuscita a vederti, sono pronta alla fine.